La parola italiana sferisterio deriva dal latino "sphaeristerium" e dal greco "sfairisterion" e fa riferimento alla parola "fera, palla". Così venivano chiamati gli ambienti adibiti a vari giochi con la palla. In epoca più moderna, negli ultimi 500 anni, il gioco del "pallone col bracciale" fu abbastanza popolare in Italia; per questo gioco vennero costruiti nuovi edifici chiamati per l'appunto sferisteri. Uno di questi è lo sferisterio di Treia, costruito sotto la direzione dei capimastri De Mattia e Graziosi nel 1818.
Tecnicamente il gioco del bracciale ricorda il tennis anche se vi sono differenze evidenti. Bisogna respingere un pallone da una metà all'altra del campo usando, al posto della racchetta, un bracciale in legno ricavato da un unico pezzo di legno di sorbo. Le squadre sono composte da tre giocatori detti, a seconda del ruolo, battitore, spalla e terzino. Vi è poi un personaggio estraneo al gioco, ma assai importante, detto mandarino. Costui ha il compito di lasciare la palla al battitore nel momento in cui questi scende con slancio da un trampolino inclinato per colpire il pallone col bracciale. È questa la spettacolare azione della battuta che, come nel tennis, mette in movimento la palla all'inizio di ogni gioco, e, come per il tennis, anche per il gioco del bracciale il conteggio dei punti è in quindici. Ogni partita è divisa in frazioni, dette "trampolini", solitamente comprendenti 4 giochi. Tra le numerose caratteristiche tecniche che contraddistinguono il gioco del bracciale va ricordata la "volata" che consiste nella conquista del punto spingendo la palla, fuori campo, alle spalle dei giocatori avversari e la possibilità di usare come appoggio il muro laterale che fa parte integrante del gioco, in quanto su di esso la palla può regolarmente rimbalzare.
Giacomo Leopardi scrisse nel 1821 una poesia intitolata "A un vincitore nel pallone", parte del ciclo delle cosiddette Canzoni civili e patriottiche che esortano alla riscossa nazionale. Lo scritto è dedicato proprio a Carlo Didimi che, come abbiamo detto, non era solo un grande giocatore, ma anche un attivista politico rivoluzionario. Vengono qui a delinearsi un "pessimismo storico" ed una visione radicalmente negativa della situazione politica contemporanea al poeta, nella quale si esalta l'agonismo e il rischio come unici rimedi ad un'esistenza svuotata di qualsiasi valore.
Carlo Didimi nacque a Treia il 6 maggio del 1978 da una famiglia nobile piuttosto ricca. Imitando tutti i suoi nobili coetanei, entrò a contatto con l'ambiente aristocratico locale che promuoveva il gioco del bracciale a cui si dedicò con passione fin da subito divenendo in poco tempo un vero e proprio campione osannato da folle numerose. Oltre ad essere stato un grande sportivo ed un invincibile campione, Didimi fu anche un uomo profondamente impegnato politicamente e lottò strenuamente contro oppressioni di ogni sorta e prendendo parte alle attività clandestine risorgimentali di ispirazione mazziniana. Con la morte del grande campione iniziò il lento declino del gioco del pallone col bracciale che con lui aveva raggiunto in città il momento più alto di splendore.