Il teatro romano, dal punto di vista architettonico, si rifà al modello greco, pur presentando alcune caratteristiche particolari e specifiche, ed era composto sostanzialmente da tre parti strettamente legate in un'unica struttura edilizia: la cavea era lo spazio semicircolare dove sedevano gli spettatori, poteva essere costruita, come a Ricina grazie all'uso sistematico della volta e dell'arco, o appoggiata alla collina, come ad Urbs Salvia. La collocazione degli spettatori avveniva sulla base di una rigida gerarchia che ne evidenziava il ruolo politico e religioso all'interno della società. L'orchestra era semicircolare e divideva la cavea dall'edificio scenico; nel mondo greco, di forma circolare, ospitava il coro elemento drammatico che scompare nella tradizione della tragedia romana. L'edificio scenico era composto dal palcoscenico, su cui recitavano gli attori, dalla frons scenae, un alto muro dietro al palcoscenico che fungeva da sfondo, ed infine dagli ambienti di servizio per gli attori e le attrezzature.
Teatro ed anfiteatro si distinguono per la forma e per le funzioni. Il teatro era semicircolare e, nel mondo romano, le tre parti da cui era composto erano perfettamente legate e connesse fra di loro. L'anfiteatro era di forma ellissoidale, anche lui poteva essere totalmente costruito o, parte della cavea, appoggiata ad una collina o ad un pendio. Se il teatro serviva per la rappresentazione di spettacoli drammatici e spesso anche come luogo di assemblea, l'anfiteatro serviva sia per le venationes, cioè le caccie di animali selvaggi, sia per i combattimenti gladiatori, sia in alcuni casi, allagato, per simulare battaglie navali, sia, spesso, per l'esecuzione delle pene capitali, lasciando i condannati alla mercé di animali feroci. Proprio per questo molti cristiani, in quanto condannati a morte, trovarono la loro fine proprio nelle arene.
Nei teatri e negli anfiteatri c'erano spazi di servizio nei quali raccogliere i materiali per gli spettacoli. Gli attori usavano costumi e recitavano con maschere, che servivano per rappresentare personaggi tipologizzati ed amplificare la voce. Il sipario veniva alzato ed abbassato davanti al palcoscenico tramite apposti macchinari, per questo oggi diciamo calare il sipario, per quanto nei teatri moderni le tende si muovano orizzontalmente. Dei macchinari servivano anche per far entrare personaggi importanti, spesso la divinità che risolveva e svelava il mistero al centro della narrazione (il deus ex machina), gli spettacoli erano accompagnati da musica. Nell'anfiteatro c'era bisogno di gabbie per tenere le belve e macchine per farle entrare in scena in forma drammatica. Appositi ambienti erano destinati a conservare le armi ed armature associate ai 12 tipi di gladiatori che lottavano nell'arena. Animali e gladiatori morti erano portati in appositi ambienti di servizio.
Gli uomini hanno sempre posto particolare attenzione al luogo della sepoltura, la cui ricchezza esalta sia il deceduto, sia soprattutto la famiglia, che nel momento dell'addio rappresenta alla comunità la sua ricchezza e la sua potenza. Per questo ogni cultura ha sviluppato, accanto a sepolture semplici, generalmente scavate nella terra, delle tipologie di monumenti funerari destinati alle persone di rango elevato. Nel mondo piceno si tratta di grandi tumuli di terra, recinti da file di pietre o fossati, sotto i quali venivano sepolti tutti gli appartenenti ad una famiglia di rango. I romani avevano modelli diversi generalmente strutture monumentali in pietra che contenevano le ceneri del defunto raccolte in vasi di ceramica o metallo. Tra quelli più diffusi, molto spesso documentati a Ricina si ricordano monumenti circolari a tamburo (un esempio gigantesco è Castel Sant'Angelo a Roma, la tomba dell'imperatore Adriano), monumenti a torre (formati da blocchi sovrapposti con spesso una nicchia che ospitava una statua), o ad edicola (nella forma di un piccolo tempio). In alcuni casi tombe più piccole, segnate da una semplice lapide o da un'ara (un altare), ma appartenenti a membri della stessa famiglia, erano racchiuse in un piccolo recinto funerario.
Di Ricina il teatro è l'edificio più importante che oggi rimane, conservato in forma monumentale esso serviva per la realizzazione di diverse forma drammatiche. Tipica del mondo latino è la satura, ma, legate alla tradizione greca, sono anche le tragedie e le commedie. Gli autori erano spesso delle vere star e far questi, insieme a Plauto uno dei più importanti autori di commedie romane era Livio Andronico autore anche del "Gladiolus" (in latino "Lo spadino"). La commedia, ambientata nei tempi immediatamente successivi alla morte di Alessandro Magno, narra le vicende di un soldato sbruffone e pieno di sé.