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L'Hippotamus antiquus era il più "ingombrante" abitante dell'antica palude di Colfiorito: un maschio poteva infatti arrivare a pesare più di due tonnellate e mezzo di peso, così come ancora oggi fa l'Hippopotamus amphibius nei laghi e fiumi africani. Era quindi in possesso di uno scheletro possente, in grado di sostenere questo grande peso: il cranio era dotato di lunghi canini ricurvi, utili al maschio nelle dispute territoriali, mentre i grandi molari potevano triturare le decine di chili di vegetali che ogni individuo doveva consumare giornalmente.
CHI MANGIA COSA: Nella battaglia per la sopravvivenza, il cibo gioca un ruolo molto importante. Dal cibo arriva l'energia necessaria per conquistare un territorio o costruire un nido, correre per inseguire una preda o mettersi in salvo da un predatore, migrare e misurarsi con altri maschi per la conquista di una compagna. L'evoluzione ha fatto sì che ogni essere vivente riesca a sfruttare al massimo gli alimenti, sia che si tratti di vegetali per gli erbivori che di carne per i carnivori, o di entrambe, per gli onnivori. Ed ognuno ha a disposizione le armi adatte, come becchi, zampe, artigli e denti, per raccogliere e consumare ogni tipo di cibo.
PREDATORI E PREDE: Nella continua lotta per la sopravvivenza, predatori e prede combattono una quotidiana battaglia fatta di agguati ed inseguimenti, balzi e fughe. Il processo evolutivo ha messo a punto animali in grado di selezionare la propria preda, scelta in base all'età ed allo stato di salute, in modo da mantenere sempre sana la popolazione delle prede. L'uomo si è inserito spesso in questo meccanismo, pensando di poterlo piegare secondo i suoi desideri, ma ha ottenuto solo di sconvolgere equilibri antichi ed efficaci.
STRATIGRAFIA: La storia delle antiche popolazioni animali è scritta nel terreno. Ossa di dinosauri, impronte di felci, scheletri di pesci e calchi di conchiglie costituiscono il racconto di una vita passata che i fossili sanno restituirci. Ogni volta che si effettua uno scavo paleontologico, si rimuove il terreno strato per strato, studiandone le caratteristiche ed il contenuto, partendo dal principio che gli strati più alti sono i più recenti e che diventano sempre più antichi a mano a mano che scendiamo verso il basso. Un po' come sfogliare le pagine di un libro, che racconta di creature meravigliose e perdute per sempre.
Modello 3D del fossile esposto nel Museo delle Scienze dell'Università di Camerino (MC) e rinvenuto nella piana di Colfiorito. Il modello è stato realizzato nel 2014 da GeoInformatiX di Antinori Alberto in collaborazione con il Sistema Museale-Museo delle Scienze dell'Università di Camerino con metodologia SfM (Struture from Motion) nell'ambito del Progetto DCE PlayMarche 2.0 coordinato dall' Università di Macerata cui partecipano, per il cluster Paleontologia, il Museo dell'Università di Camerino, e i Comuni di Serrapetrona e Serravalle di Chienti, con il coordinamento operativo di PlayMarche Srl.